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Vaghe stelle dell‘Orsa

L'osservazione del cielo ha sempre avuto un ruolo importante nelle antiche civiltà. 

Di giorno, volgere lo sguardo verso il Sole, per scandire i momenti più significativi della vita quotidiana, era un gesto comune quanto può esserlo, oggi, guardare l'orologio.

Di notte, le stelle guidavano la rotta dei naviganti e le linee immaginarie che univano quei puntini luminosi, affascinanti e un po' paurosi per la distanza, disegnavano il contorno di oggetti di animali familiari e rassicuranti, oppure identificavano i protagonisti leggendari di grandi storie, da leggere facendo scorrere lo sguardo lungo la volta celeste.

Gli studiosi di archeoastronomia, tuttavia, hanno constatato una sorprendente corrispondenza tra le antiche narrazioni del mito e la realtà concreta di molte osservazioni scientifiche che rivelano, di fatto, una buona conoscenza dei fenomeni naturali. 

Prendiamo, ad esempio, la complessa vicenda che sta dietro l'Orsa Maggiore, una delle costellazioni più note del nostro emisfero. Fra le varie versioni del mito che la riguardano una delle più belle è quella rielaborata dal poeta latino Ovidio, nelle sue "Metamorfosi".

La storia comincia, come tante altre, con un'infatuazione di Giove (Zeus per i greci). In questo caso l'oggetto della sua attenzione è una delle Ninfe, chiamate Callisto e fin qui niente di nuovo, se non fosse che Callisto appartiene alla schiera delle seguaci di Diana (la greca Artemide) dea della caccia e rigidissima sostenitrice della castità per sé e per il suo seguito.

Per un po' di tempo Callisto riesce a tenere nascosta la sua gravidanza, frutto della relazione (non è chiaro quanto consenziente) con Giove.

Un brutto giorno, però, spogliandosi insieme alle compagne per il consueto bagno ristoratore dopo la caccia, Callisto non riesce più a nascondere il suo ventre ingrossato e Diana, offesa e adirata, la scaccia. Il clamoroso episodio porta la luce l'intera vicenda e così Giunone (la greca Era),  moglie oltraggiata di Giove, decide di punire la Ninfa trasformandola in un orsa orribile e irsuta per quanto Callisto era stata bella è delicata. Il suo destino è terribile, anche perché in lei continua a sopravvivere qualcosa dell'antica natura. Da cacciatrice diventata preda, ma quell'orsa molto speciale continua a provare una naturale attrazione per quelli che erano i suoi simili e si aggira vicino all'abitato, correndo gravi rischi. Nel frattempo, viene alla luce suo figlio Arcade, un maschio, naturalmente, come tutti quelli che nascono dalle avventure di Giove! Secondo alcune variazioni, sarebbe stato proprio questo l'evento scatenante della collera di Giunone, che avrebbe portato alla punizione di Callisto.

Comunque sia, la bella Ninfa è ormai diventata un orribile orsa, e tale rimane per 15 anni, fino al momento in cui si trova faccia a faccia con il figlio Arcade allevato da due contadini. Lei si ferma a guardarlo, incantata, ma il giovane, che non sa nulla di tutta la storia, si impaurisce e tende l'arco per uccidere con la sua freccia quell'enorme animale selvaggio.

A questo punto, però, Giove, forse consapevole almeno per una volta, delle sue responsabilità, interviene per evitare il terribile matricidio e trasforma in costellazione sia Callisto sia suo figlio Arcade. Diventeranno, rispettivamente l'Orsa maggiore e l'Orsa minore, oppure, secondo altre fonti, l'Orsa Maggiore e il suo Guardiano. È opportuno precisare, comunque, che l'azione del trasferimento in cielo era una soluzione così frequente nel mito da meritare addirittura un nome specifico, reso in italiano dal termine catasterismo.

Fino a questo momento la vicenda di Callisto non sembra riallacciarsi a nessun particolare fenomeno scientifico, ma la storia non è ancora finita!  

Giunone, la vendicativa moglie di Giove, non ha dimenticato  l'antica offesa e si indigna per la conclusione della vicenda che considera troppo favorevole a Callisto. Decide, quindi, di imporre comunque un'ulteriore punizione e chiede alla buona amica Teti, signora del mare, di impedire a Callisto ogni contatto con le sue acque.

Neanche nella nuova veste di costellazione, quindi, Callisto potrà godere di quelle rinfrescanti immersioni nell'acqua che le erano state così gradite nella lontana e felice vita di Ninfa cacciatrice.

Ed ecco la magistrale analogia scientifica con il mito: la costellazione dell'Orsa Maggiore, presenza costante nel nostro emisfero boreale, si trova in una regione del cielo della quale non può mai toccare l'orizzonte al livello del mare. È, infatti una costellazione circumpolare. Questa conoscenza scientifica era, evidentemente, comune nell'antichità, dal momento che anche Omero, nel descrivere le stelle che guidano la rotta di Ulisse in partenza dall'isola di Calipso, accenna all'Orsa "che non prende mai parte ai lavori nell'Oceano". 

Silvana Nesi Sirgiovanni 

Istituto Pangea onlus


Rita De Stefano - 1/03/2022

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Grande Silvana, grazia